Il 30 novembre 2022 viene rilasciato ChatGPT 3.5, versione aperta al pubblico dell’intelligenza artificiale generativa, quella branca dell’IA in grado di creare testo, immagini, video, musica o altri media sulla base di un comando inserito da un utente (prompt).
Salutata come l’ultima rivoluzione digitale, da quel momento si scatena un vero e proprio entusiasmo su questa tecnologia.
Le aziende del settore decollano in borsa. Gli investitori fanno a gara ad acquistare azioni di aziende del settore. Il caso più eclatante è rappresentato da Nvidia, società che commercializza i semiconduttori necessari per il funzionamento dell’IA. Dall’inizio dell’anno il titolo è cresciuto del 150%, facendo diventare l’azienda la terza più grande al mondo come capitalizzazione, dietro Apple e Microsoft.
Per cavalcare l’onda, tante aziende aggiungono un’etichetta “AI” a qualsiasi servizio offrano, anche se alla fine sono dei semplici algoritmi che esistevano anche prima. Molti Youtuber si buttano a capofitto sul trend del momento.
Ma non tutti sono così entusiasti di questa nuova tecnologia. In questo articolo ho esaminato le principali critiche mosse all’intelligenza artificiale.
Indice
Aspetto economico
Le grandi aziende come Google e Microsoft stanno spendendo centinaia di miliardi di dollari sull’intelligenza artificiale, ma questi investimenti sono ancora lontani da generare ritorni economici.
Emblematico il caso di Meta, fino a poco tempo fa molto orientata sul metaverso, ma che adesso pare aver cambiato rotta. E all’appello non poteva mancare Elon Musk, che ha raccolto miliardi su miliardi con la sua nuova startup xAI.
Gli esempi potrebbero continuare. L’intelligenza artificiale è di gran lunga la tecnologia che ha drenato la più grande quantità di denaro rispetto a qualsiasi altra innovazione.
Vendere al mercato il sogno dell’intelligenza artificiale fa salire il valore delle aziende e, di conseguenza, la quantità di soldi che gli amministratori delegati di queste società possono fare con le stock option.
Per quanto riguarda il nostro paese, proprio in questi giorni è uscito il documento “Strategia italiana per l’intelligenza artificiale 2024-2026” redatto dall’AGID, Agenzia per l’Italia Digitale.
Applicazioni attuali
Nonostante tutto questo hype (clamore), le applicazioni basate sull’intelligenza artificiale stentano a rivoluzionare la nostra esistenza, come invece veniva sostenuto un paio di anni fa.
Sì, siamo in grado di generare qualche contenuto più velocemente, ma poi? Non dovevamo perdere tutti il lavoro, sostituiti dai robot guidati dall’intelligenza artificiale?
Il costo dell’addestramento dei modelli linguistici
Le applicazioni di intelligenza artificiale generativa si basano su modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM). Ma istruire questi modelli ha un costo enorme, perché l’addestramento di questi modelli comporta l’utilizzo di migliaia e migliaia di GPU, processori che compiono un numero enorme di operazioni ad altissima velocità e che costano ognuna decine di migliaia di dollari.
E dopo aver speso qualche miliardo di dollari per addestrare il modello, c’è bisogno di altri miliardi di dollari per farlo funzionare. Ogni richiesta all’intelligenza artificiale fa spendere denaro all’azienda che mette a disposizione IA. Lo scorso anno ChatGPT spendeva 700.000 dollari al giorno per fornire il suo servizio.
Un ‘altra criticità di questi modelli è che possono funzionare solo se prima vengono addestrati con un’enorme quantità di contenuti generati dall’uomo. In un’intervista diventata virale, Mira Murati, CTO di OpenAI, ha ammesso di aver già utilizzato tutto il contenuto presente su Internet, anche quelli protetti da copyright.
A febbraio 2024 OpenAI lancia un tool di intelligenza artificiale (Sora) che permette di creare video da comandi testuali.
Le persone sono elettrizzate. Si potranno girare interi film in alta definizione senza costose troupe cinematografiche. Ma è un entusiasmo giustificato?
Quanto tempo impiega Sora per creare una clip di 20 secondi a (soli) 1080p di risoluzione? Qualche ora. E, peggio ancora, se vuoi correggere un solo piccolo dettaglio del video, saresti costretto a rigenerarlo tutto (e aspettare ancora altro tempo). Non c’è la possibilità di editare un frame.
E, con questo metodo di lavoro, come hai notato quando generi un’immagine con l’intelligenza artificiale, non è detto che tu riottenga lo stesso identico risultato, anche dando lo stesso comando. Anzi è probabile che tu ottenga una immagine diversa, perché questa viene generata generata da un modello “large language style diffusion model”.
Gli strumenti attuali non permettono di caricare in remoto i 5GB di un video in 4K (lungo quindi 15 minuti) e poi eseguire delle piccole modifiche per migliorarlo. E anche quando questo sarà possibile (tra diversi anni?) le capacità di calcolo richieste saranno enormi.
Allo stato attuale è sempre più economico inviare una troupe sul posto e girare il filmato con attori e telecamere, come si fa oggi.
Google e l’intelligenza artificiale nei risultati di ricerca
Infine, prendiamo Google, il motore di ricerca di informazioni più usato sul web. È oggi Google, grazie all’intelligenza artificiale, un motore di ricerca migliore rispetto a 3 anni fa?
No, anzi, i primi esiti di inserire un risultato ottenuto grazie all’intelligenza artificiale in cima alla pagina dei risultati di ricerca, non sono andati benissimo. Tanto è vero che Google ha rimosso quella funzione. Se i risultati proposti delle ricerche di Google sono migliorati in questo periodo, sicuramente non è dovuto all’utilizzo dell’intelligenza artificale.
Conclusioni: quando l’intelligenza artificiale funziona
L’intelligenza artificiale è una bolla destinata a scoppiare? Sicuramente c’è molta enfasi in questa tecnologia.
L’intelligenza artificiale funziona bene dove gli ambiti sono “vincolati” in un recinto, con regole predeterminate. Le auto a guida autonoma sono improbabili nel contesto attuale, dove gli eventi imprevedibili possono essere molti e l’IA non sarebbe in grado di governarli. Per vedere auto a guida autonoma, sarebbe necessario ridefinire il modo con cui utilizziamo le strade oggi, più o meno come è successo quando i cavalli sono stati sostituiti dai mezzi a motore.
Con regole certe e definite, IA è una scommessa vinta. In Max Mile stiamo già lavorando su diversi progetti software che integrano questa tecnologia per svolgere certi compiti come digitalizzare documenti, integrare i dati in database, compilare documentazione o elaborazioni in maniera automatica. Se sei interessato a sapere di più su questo aspetto, contattaci con il form qui sotto.